Panoramica delle prestazioni del settore dei servizi dell’India e contributo al PIL nel 2025
Il settore dei servizi contirbuisce in misura considerevole all’economia indiana, con circa il 55 percento del GVA nel 2025, grazie a tecnologia, finanza e integrazione digitale. Poiché la produzione aumenta più rapidamente dell’occupazione, il divario segnala una tendenza verso un’espansione guidata dall’innovazione e opportunità di espansione nei servizi ad alto valore e orientati all’export.
Nel 2025, il settore dei servizi indiano continua ad essere il principale motore della crescita nazionale, contribuendo con circa il 55 percento del valore aggiunto lordo (GVA). Secondo il rapporto di NITI Aayog, “Il settore dei servizi dell’India: approfondimenti dalle tendenze GVA e dalle dinamiche a livello statale 2025”, i servizi hanno costantemente superato sia l’industria che l’agricoltura in termini di produzione e produttività.
Ai prezzi attuali, il PIL dell’India per l’anno fiscale 2024-25 è stimato in INR 3,5 quadrilioni (4,2 trilioni di dollari USA). Sulla base di questa stima, il settore dei servizi contribuisce con circa INR 1,92 quadrilioni (2,3 trilioni di dollari USA) alla produzione nazionale. Tuttavia, l’occupazione nel settore dei servizi rappresenta solo circa il 29,7 percento della forza lavoro indiana, evidenziando un crescente divario di produttività tra produzione e creazione di posti di lavoro.
Questo divario riflette una trasformazione strutturale più profonda nell’economia indiana. Il settore dei servizi sta diventando sempre più basato sul capitale e sulla tecnologia, allontanandosi dai modelli tradizionali guidati dal lavoro. Per gli investitori, questa crescita presenta opportunità per una creazione di valore più elevata, maggiore efficienza e un’integrazione più solida nelle catene globali del valore — evidenziando la transizione verso un paradigma di crescita trainato dall’innovazione più che da un’espansione ad alta intensità di manodopera.
Suddivisione settoriale: Migliori performer nel settore dei servizi in India
La performance del settore dei servizi indiano nel 2025 rimane diversificata, con segmenti di crescita distinti e sottosegmenti in ritardo. I principali fattori di crescita includono la tecnologia dell’informazione (IT), i servizi abilitati IT (ITeS), l’intermediazione finanziaria, la consulenza professionale, la sanità e la logistica. Insieme, questi segmenti hanno posizionato l’India come hub globale per soluzioni digitali e aziendali; Le esportazioni di servizi informatici e aziendali rappresentano ora più di due terzi del totale delle esportazioni di servizi del Paese.
Al contrario, i servizi tradizionali come commercio, trasporti, commercio al dettaglio e ospitalità continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella creazione di occupazione, ma sono rallentati in termini di produttività e trasformazione digitale. L’informalità rimane diffusa in questi settori, dove i lavoratori a contratto e autonomi sono prevalenti, limitando sia la crescita salariale che il miglioramento dell’efficienza.
Tra aprile e novembre dell’anno fiscale 2024-25, le esportazioni di servizi indiane hanno registrato una robusta crescita del 12,8 percento, in aumento rispetto al 5,7 percento dell’anno precedente. Questa ondata ha portato l’India tra le prime cinque a livello globale per crescita delle esportazioni di servizi, sottolineando la sua competitività in ambiti ad alto valore e guidati dalla tecnologia.
Il turismo e l’ospitalità, pur mostrando una ripresa costante dopo la pandemia, continuano a fare i conti con problemi legati alla capacità, alla fidelizzazione del personale e ai costi di conformità. Questa dinamica rafforza un quadro più ampio: i sottosettori ad alta intensità di capitale e supportati dal digitale stanno superando quelli che dipendono fortemente dalla manodopera. Per gli investitori, il segnale è chiaro: il vero potenziale di lungo periodo sta nei modelli di servizio scalabili, orientati all’export e guidati dalla tecnologia.
Un cambiamento strutturale significativo nel 2025 è l’emergere di servizi verdi e sostenibili, come la consulenza ambientale, la gestione delle energie rinnovabili e il reporting ESG. Guidata dall’impegno dell’India a raggiungere le emissioni nette zero entro il 2070, la domanda di servizi professionali legati alla sostenibilità è cresciuta di oltre l’11 percento all’anno.
Contemporaneamente, la tecnologia finanziaria (fintech) e i pagamenti digitali continuano a rimodellare il commercio interno. L’India ora gestisce oltre 3 trilioni di dollari di transazioni digitali annuali tramite UPI, evidenziando una crescente adozione digitale in tutto l’ecosistema dei servizi.
Dinamiche a livello statale: modelli regionali e disparità
L’analisi a livello statale rivela marcate disparità regionali nel contributo dato dal settore dei servizi. Stati del sud come Karnataka, Telangana, Tamil Nadu e Kerala sono diventati ‘economie di servizi ad alta intensità’, dove i servizi contribuiscono a oltre il 60 percento del GVA. In questi Stati, la crescita della produzione ha superato significativamente la creazione di occupazione, riflettendo un modello di espansione guidato dalla produttività piuttosto che dall’occupazione.
Al contrario, diversi Stati del nord e dell’est, tra cui Uttar Pradesh, Bihar e Jharkhand, continuano a registrare una quota di GVA più bassa nel settore dei servizi e una diversificazione più lenta man mano che ci si allontana dall’agricoltura. Questo schema disomogeneo si riflette anche nei contrasti tra città e aree rurali: nelle principali aree metropolitane, i servizi rappresentano oltre il 60 percento dell’occupazione, mentre nelle aree rurali la quota rimane sotto il 20 percento.
La partecipazione di genere si riflette anche in queste disparità. Solo circa il 10,5 percento delle donne nelle aree rurali lavora nel settore dei servizi, rispetto a quasi il 60 percento delle donne che vivono in città e sono occupate in attività legate ai servizi.
Nel frattempo, gli ‘Stati emergenti’ come Odisha, Chhattisgarh e Madhya Pradesh stanno iniziando a colmare il divario attraverso iniziative mirate di sviluppo delle competenze e investimenti nelle infrastrutture. Tuttavia, persistono strozzature nella logistica, nelle infrastrutture digitali e nella capacità istituzionale, che continuano a limitarne la crescita. Per gli investitori, ciò evidenzia l’importanza di valutazioni specifiche per ciascuno Stato, considerando la disponibilità di talenti, l’affidabilità energetica ed il livello di maturità dell’e-governance prima di impegnarsi in nuovi investimenti. Per “Stati emergenti” si intendono quegli Stati indiani che non fanno ancora parte dei tradizionali leader economici del Paese (come Maharashtra, Karnataka, Tamil Nadu o Gujarat) ma che stanno mostrando un’accelerazione dell’attività economica, slancio negli investimenti e potenziale industriale.
L’urbanizzazione sta anche ridefinendo le economie dei servizi a livello statale. Città come Hyderabad, Bengaluru e Pune si sono evolute in hub del Global Capability Center (GCC), mentre Gurugram e Noida dominano i servizi professionali e finanziari. Allo stesso tempo, città di secondo livello come Indore, Kochi e Visakhapatnam stanno diventando “corridoi di servizio” dinamici, guidati da una migliore connettività aerea e minori costi operativi. La Missione delle Città Intelligenti del Governo ha ulteriormente accelerato l’integrazione del settore dei servizi in questi cluster urbani, attirando società di IT, design e consulenza a espandersi oltre i tradizionali centri metropolitani.
Implicazioni politiche e intuizioni strategiche per gli investitori
Le politiche settoriali dell’India nel 2025 continuano a favorire un’espansione guidata dai servizi. Diversi sviluppi assumono particolare rilevanza per gli investitori che valutano il panorama dei servizi indiano.
1. Trasformazione digitale come catalizzatore della crescita
I programmi indiani in corso – Digital India e National Broadband Mission – hanno ampliato la connettività e le infrastrutture digitali. Queste iniziative sono alla base della crescita della fintech, dell’e-commerce, dell’intelligenza artificiale e dei GCC; settori che attirano sia investimenti diretti esteri (IDE) sia partnership tecnologiche.
2. Sviluppo delle competenze e formalizzazione
Il passaggio verso servizi di maggior valore richiede una forza lavoro più qualificata. Interventi politici come la Skill India Mission e il Codice sulla Social Security 2020 puntano al miglioramento della mobilità del lavoro e ad estendere le tutele per i lavoratori delle piattaforme. Per gli investitori, ciò significa dover allineare le strategie di assunzione e formazione con i nuovi quadri di conformità.
3. Differenziazione degli investimenti a livello statale
Con l’avanzare dei cluster di servizi, la competizione tra Stati per attrarre investimenti aumenta. Stati come Telangana e Tamil Nadu offrono incentivi fiscali per parchi IT, data center e hub della conoscenza, mentre gli Stati emergenti offrono minori costi operativi. Le imprese che entrano in India dovrebbero calibrare le strategie di localizzazione in base ai quadri normativi specifici di ogni Stato, alla connettività e alla disponibilità di capitale umano.
4. Collegamenti tra produzione e servizi
Il settore dei servizi agisce sempre più come moltiplicatore della produttività per la manifattura attraverso logistica, progettazione, ricerca e sviluppo, post-vendita e integrazione IT. Gli investitori che cercano diversificazione potrebbero trarre beneficio dall’adozione di un modello ibrido di produzione di servizi, specialmente all’interno di zone economiche speciali e corridoi industriali.
5. Ambiente normativo favorevole
I servizi continuano ad attirare la quota più alta di IDE; circa il 19,1 percento nella prima metà dell’anno fiscale 2024-25. Le misure di liberalizzazione nei settori assicurativo, dell’edutech e nei servizi professionali, insieme alla semplificazione della conformità tramite il Sistema Nazionale a Sportello Unico, stanno ulteriormente aumentando l’attrattiva dell’India.
La diversificazione del commercio è un altro fattore cruciale che influenza la percezione degli investitori. Gli accordi commerciali bilaterali in aumento dell’India e il rinnovato focus sul commercio digitale transfrontaliero mirano a posizionare le esportazioni di servizi al centro della sua strategia di coinvolgimento globale. Settori come la edutech, i servizi sanitari e l’analisi finanziaria sono sempre più esportati verso mercati del Medio Oriente, del Sud-est asiatico e dell’Africa. L’impegno del Governo verso quadri fiscali digitali trasparenti e regolamentazioni armonizzate sui dati rafforza la fiducia degli investitori nell’India come hub regionale di servizi.
Leggi anche: Tendenze degli IDE in India nel primo trimestre dell’anno fiscale 2025-26
In prospettiva — Tendenze che stanno plasmando l’economia dei servizi in India
Nei prossimi cinque anni, si prevede che il settore dei servizi indiano contribuirà a oltre due terzi della crescita incrementale del PIL. Diversi cambiamenti strutturali definiranno questa traiettoria:
1. Accelerazione dei servizi digitali
Rapida espansione dell’AI, del cloud computing, della cybersecurity e del fintech che aumenterà l’integrazione globale e la produttività. È previsto che le esportazioni di servizi digitali dell’India supereranno i 350 miliardi di dollari USA entro il 2030.
2. Trasformazione e formalizzazione della forza lavoro
Convertire le attività di servizi informali in occupazioni formali rimane una priorità politica. L’attuazione del codice del lavoro e i programmi di sviluppo delle competenze digitali determineranno se la crescita potrà diventare più inclusiva.
3. Competitività degli ecosistemi regionali
Gli Stati che espandono la banda larga, le reti logistiche e gli ecosistemi dell’istruzione superiore attireranno la prossima ondata di investimenti. La differenziazione regionale si farà probabilmente più marcata, richiedendo agli investitori di mantenere strategie flessibili e multi-Stato.
4. Integrazione ed esportazione della produzione di servizi
L’integrazione di logistica, servizi aziendali e infrastrutture digitali all’interno degli ecosistemi manifatturieri permetterà alle imprese indiane di salire nella catena del valore globale. Questa sfumatura dei confini settoriali presenta sia sfide che opportunità per gli investitori diversificati.
Infine, il ruolo del settore dei servizi indiano nel raggiungimento del suo obiettivo economico di 7 trilioni di dollari USA entro il 2030 non può essere sottovalutato. Il rapporto NITI Aayog evidenzia che una crescita sostenuta guidata dai servizi potrebbe aggiungere 1,5-2 punti percentuali alla crescita annuale del PIL se le politiche digitali, educative e infrastrutturali continueranno ad essere potenziate. Per gli investitori, la combinazione indiana fra demografia, risposta digitale e continuità delle riforme rende la sua economia dei servizi una delle più promettenti a livello globale.
Previsioni
Il settore dei servizi indiano continuerà ad essere centrale per il raggiungimento della visione del Governo di diventare un’economia sviluppata entro il 2047. Un’attenzione costante alla trasformazione digitale, alla formalizzazione dell’occupazione e alla diversificazione regionale sarà essenziale per tradurre la crescita della produzione in uno sviluppo inclusivo.
Per le imprese, comprendere le dinamiche dei sottosettori e gli ecosistemi a livello Statale sarà fondamentale per il posizionamento strategico. Come indicato dal rapporto NITI Aayog, il settore dei servizi è sia il motore della crescita dell’India sia il suo prossimo grande fronte delle riforme.
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