Scambi e investimenti India-Italia: che cosa devono sapere gli investitori esteri

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 Alla fine del 2020 India ed Italia hanno sottoscritto 15 accordi riguardanti il commercio e gli investimenti, le costruzioni navali e l’energia, e concordato un ampio Piano d’Azione 2020-24 per migliorare il loro partenariato economico e di collaborazione.

  • I settori contemplati nel Piano d’Azione includono l’high-tech, lo sviluppo del settore energetico e dell’energia pulita, le infrastrutture e la trasformazione alimentare.
  • L’opportunità di incrementare il commercio coesiste con l’aumento degli standard nei consumi ed una classe media ambiziosa.

Nonostante le tendenze geopolitiche stiano causando una certa agitazione nei rapporti tra le diverse regioni del mondo, l’India e i membri dell’Unione Europea (UE), compresa l’Italia, si trovano in una posizione reciprocamente vantaggiosa per rafforzare il loro impegno a tutti i livelli: diplomatico, economico e strategico. Il rinnovato spirito di ripresa dei negoziati per un accordo di libero scambio (FTA) tra le due parti ne è testimone.

India e Italia sono alleati naturali: questa traiettoria commerciale bilaterale punta sempre più in alto, con l’Italia che è già il quinto più grande partner commerciale dell’India nell’UE. Dopo una breve pausa nel 2012-13, in seguito alla recessione economica italiana e alle tensioni dovute all’arresto di due soldati della marina militare  italiana, le relazioni indo-italiane sono state rivitalizzate nel 2016 con “Science Diplomacy”.

La relazione si è ulteriormente intensificata nel 2018, a seguito della visita in India del Primo Ministro Italiano Giuseppe Conte. Successivamente, la Commissione Congiunta India-Italia per la Cooperazione Economica (JCEC) è stata incaricata di costituire un CEO Forum e di istituire un “Meccanismo di Corsia Preferenziale” per promuovere gli investimenti nei due sensi. Le politiche mirate dell’India come “Make in India”, “Smart Cities” e le norme sulla facilità di fare affari, ecc. hanno contribuito a questa evoluzione.

Attualmente, con la definizione dei recenti obiettivi di gestione globale post-COVID19, guidati dall’impegno di portare al centro della scena i beni pubblici e i beni comuni globali, sia l’India sia l’Italia hanno riconosciuto l’opportunità di approfondire la loro collaborazione. Questo dato diventa ancora più rilevante considerando che i due Paesi assumeranno la presidenza del G20 uno dopo l’altro (l’Italia dal 2021, l’India dal 2023).

Nel Novembre 2020, India e Italia hanno sottoscritto 15 accordi su commercio e investimenti, costruzioni navali ed energia, e concordato un ampio Piano d’Azione 2020-2024  per migliorare la loro partnership economica collaborando in settori quali l’high-tech, lo sviluppo del settore energetico e dell’energia pulita, le infrastrutture e la trasformazione alimentare.

Scenario degli investimenti e del commercio bilaterale

Commercio

Italia e India sono importanti partner commerciali in settori chiave come la finanza, lo sviluppo ferroviario, l’industria della moda e la produzione di automobili.

Gli scambi bilaterali fra i due Paesi, nel periodo Aprile-Dicembre 2020, sono stati valutati in 5,7 miliardi di dollari, con le principali importazioni dall’Italia verso l’India rappresentate da impianti elettrici e reattori nucleari. I dati sono considerevolmente inferiori rispetto ai numeri del 2019 (11,3 miliardi di dollari). Il calo può essere dovuto al crollo generale delle attività economiche e dalle barriere al commercio causate dalla pandemia COVID-19. Gli osservatori del mercato prevedono che il calo nei volumi commerciali bidirezionali sia solo temporaneo.

Le principali esportazioni dall’Italia comprendono veicoli, esclusi il materiale ferroviario o tranviario; reattori nucleari e apparecchi meccanici; prodotti farmaceutici; attrezzature e impianti elettrici; abbigliamento, ecc.

Con il grande mercato indiano, caratterizzato da una crescente classe media consumista, ed una seria volontà di aumento della capacità produttiva, i prodotti italiani generano grande apprezzamento ed interesse da parte degli acquirenti, in special modo per quel che riguarda gli impianti meccanici altamente specializzati e le attrezzature, che rappresentano il 24% delle esportazioni totali dell’Italia.

Un altro settore nel quale l’Italia si è ricavata una nicchia riservata nei mercati mondiali è quello della moda e degli accessori, che rappresenta l’11% delle esportazioni totali italiane nel mondo. Le abitudini odierne dei consumatori indiani testimoniano un cambiamento di gusti e preferenze maggiormente rivolti verso i prodotti di lusso, e ciò grazie all’aumento del tenore di vita e all’esposizione ai social media. I prodotti italiani hanno tutto il potenziale per soddisfare queste nuove preferenze. Metropoli chiave come Bangalore, Mumbai e Delhi sono mercati strategici per i prodotti di lusso.

La bilancia commerciale fra India e Italia è stata a favore dell’India fin dagli anni ’80, per cambiare negli anni 2018-19 e 2019-20 quando l’Italia ha visto la bilancia pendere a proprio favore. Le principali esportazioni dall’India verso l’Italia includono pesce e crostacei, acciaio e prodotti del ferro, alluminio, ecc.

Investimenti

L’Italia è il 18mo maggior contribuente di investimenti diretti esteri (IDE) in India; gli IDE italiani avrebbero dovuto raggiungere i 2 miliardi di dollari entro il 2020. Secondo i dati dell’Ambasciata d’Italia, in India sono presenti oltre 600 aziende italiane. Il più alto apporto di IDE dall’Italia è stato rivolto verso il settore delle automobili, al 54%, seguito dal settore dei servizi al 6% e alle ferrovie al 4%.

 

Automobili

L’industria automobilistica in India, con una valutazione corrente pari a 100 miliardi di dollari, offre agli investitori italiani opportunità immense. Alcune delle aziende italiane esistenti in India in questo settore sono Fiat e Piaggio.

Farmaceutica

In un settore così redditizio, la capacità produttiva dell’India è già riconosciuta, ma ci sono opportunità per gli investitori italiani, nella ricerca del Paese di modernizzare ed aggiornare alcuni segmenti chiave.

Stanno emergendo nuovi hub ed è possibile fare ricorso ad incentivi. In termini di volume l’India è anche il terzo maggior mercato farmaceutico. Le società farmaceutiche italiane in India includono Olon SPA e Fedegari Autoclavi.

Ferrovie ed energia

Le ferrovie e l’energia rinnovabile sono altri settori importanti dove gli IDE italiani possono generare grossi risultati.

Nel segmento ferroviario, la società per azioni indo-italiana Titagarh Firema sta completando il trasporto del “Make in India” indiano. Sarà la prima azienda in India a produrre le più leggere carrozze di metropolitana in alluminio per la Pune-Metro.

Nel segmento dell’energia rinnovabile, Enel e Building Energy sono i principali player italiani.

Trasformazione alimentare

Anche l’industria della trasformazione alimentare dell’India ha visto, negli ultimi anni, un potenziale di crescita esponenziale sostenuto inoltre da nuovi incentivi legati alla produzione (PLI). In questo settore c’è spazio per aumentare la collaborazione con l’Italia in quanto il Paese è un grosso esportatore di imballaggi per alimenti e attrezzature per la lavorazione. Nel 2019, l’Italia ha esportato in India macchinari per l’imballaggio per un valore pari a 67,02 milioni di dollari. La pandemia ha riaffermato la necessità di un maggiore impegno nel segmento degli imballaggi alimentari. Nel corso di un evento virtuale della durata di due giorni sulla trasformazione alimentare, organizzato lo scorso anno dall’Ambasciata d’Italia con la Confederazione delle Industrie Indiane (CII), il Ministro indiano delle Industrie di Trasformazione Alimentare, Harsimrat Kaur Badal ha affermato, “l’India sta promuovendo in grande stile la trasformazione alimentare offrendo un incentivo di 1 miliardo di dollari, con la speranza di stimolare un ulteriore investimento di 5 miliardi di dollari. Invitiamo l’Italia ad investire su di noi e sui nostri 42 mega parchi alimentari. Potete venire e semplicemente “plug and play”. Ha aggiunto inoltre che l’India, durante l’epidemia COVID, ha riconosciuto l’importanza di cibi pronti e congelati.

Partnership basata su reciproci benefici, sinergia economica

Con i suoi punti di forza nella produzione, nel design e nell’innovazione, e nella formazione delle competenze, l’Italia può offrire complementarietà economica all’India – attraverso il sostegno alla formazione, la ricerca e lo sviluppo, tecnologia e risorse chiave in segmenti in rapida crescita. Questo crescente impegno è importante anche per lo sviluppo degli ecosistemi di produzione industriale dell’India.

Da parte sua, l’India vanta una demografia importante, un vasto bacino di risorse umane qualificate, salari competitivi e un primato nelle industrie che si occupano di cuoio, gemme e gioielli, componenti auto e tessili.

Inoltre, per quanto riguarda l’insediamento nel Paese, le aziende italiane, prima concentrate in città metropolitane come Delhi e Mumbai, si stanno dirigendo verso città di secondo e terzo livello; queste aree hanno beneficiato di una rapida urbanizzazione, del miglioramento delle infrastrutture e della connettività, ed offrono costi altamente competitivi. India ed Italia hanno in realtà molte più cose in comune di quanto si pensi.

Entrambe le nazioni si sono prefisse obiettivi economici ambiziosi ed affrontano ostacoli quali il rilancio della crescita economica, la battaglia contro la pandemia ed il superamento delle tensioni geopolitiche, oltre alla diversificazione dell’esposizione commerciale rispetto alla Cina. Queste problematiche comuni possono potenzialmente rinvigorire i rapporti bilaterali. L’India, con i suoi mercati ancora inutilizzati, la capacità industriale inesplorata e la necessità di migliorare le infrastrutture, guarda con interesse all’esperienza, al trasferimento di tecnologia ed agli investimenti italiani.

Una collaborazione significativa andrà sicuramente a vantaggio di entrambi i Paesi.

India Briefing è prodotta da Dezan Shira & Associates. Con uffici in Cina, Hong Kong, Vietnam, India, Indonesia, Singapore, Germania, Italia, Stati Uniti e Russia, Dezan Shira supporta gli investitori stranieri in Asia da tre decenni.

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